Maggio 2018, Salone del libro di Torino

Due giorni interi dedicati alla scrittura ma non dietro il portatile, come faccio spesso, questa volta in prima linea a contatto con lettori e colleghi scrittori.

Devo dire che non è andata male, mi sono divertito e ho messo in archivio un’altra esperienza. L’unica nota negativa certa è la mia espressione da pirla quando approccio i lettori!

Sono stati giorni intensi fatti di incontri, risate, chiacchiere e dolore ai piedi.

Ho avuto modo di affrontare il lato meno conosciuto dell’editoria, quello che ti rende più simile a un commerciante, ma forse più importante della bella scrittura. Scrivere vuol dire farsi leggere e i lettori sono merce rara che ti devi sudare.

Non credo a quelli che si atteggiano da star e attendono che altri facciano il proprio lavoro. Almeno, non credo di potermelo permettere.

Dopo un primo momento di imbarazzo, mi è anche piaciuto parlare con i papabili lettori. Con un approccio più simile a un rappresentante della Folletto avrei venduto di più, ma avrei tradito me stesso!

Dal Salone poto a casa anche tanta consapevolezza, mai come in questi giorni mi sono sentito una goccia nell’oceano. C’erano centinaia di stand, migliaia di libri… La domanda ricorrente era: perché dovrebbero scegliere me e Ernesto? 

Non l’ho ancora capito, ma so per certo che con l’esperienza verrò a capo anche di questo mistero.

Ringrazio Luca e Danilo di Alter Ego, tutti i colleghi che sono stati come me allo stand, Diego e quei passanti che si sono sorbiti le mie mini presentazioni.

Ci vediamo alla prossima, vi lascio qui qualche scatto:

 

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