Dimmi che zombie c’è e ti dirò come morirai

Di recente mi è capitato tra le mani un articolo degli amici del Terni Horror Fest in cui si indicavano 8 regole per sopravvivere all’apocalisse zombie. Devo ammettere che sanno il fatto loro, molte indicazioni sposano il mio pensiero, ma alcuni punti non mi convincono.

Quindi, essendo io un invasato di zombie, e essendo oggi costretto a casa dall’influenza di mio figlio, ho deciso di dire la mia.

Partiamo dalla base: che tipo di apocalisse zombie dobbiamo aspettarci?

Qui ci giochiamo buona parte delle possibilità di sopravvivenza. Se da una parte tutti i morti viventi possono terrorizzarci dall’altra non sono tutti pericolosi allo stesso modo.

Nello spettro generale offerto da cinema, letteratura e videogame quelli più pericolosi, in cui l’unica speranza che avete è una morte rapida, sono gli zombie mutati di Resident Evil.

Nella saga di videogame ideata dalla Capcom a fine anni ’90 (la leggenda parla di una partecipazione del maestro Romero per la sceneggiatura) i vostri migliori amici saranno gli zombie. Lenti e stupidi, rumorosi e impacciati, potranno spaventarvi i primi due minuti dopodiché avrete la possibilità di passargli accanto, schernendoli anche, senza rischiare nulla. Ma la festa dura poco, dietro questi simpatici e putrescenti amici si annidano Licker, Cerberus, Tyrant…

Scegliete voi da chi farvi affettare, perché il virus T ha creato mostri ben al di sopra di qualsiasi possibilità di sopravvivenza.

Quindi, se siete persone normali e scoppia un’apocalisse zombie alla Resident Evil, il consiglio è di cercare un posto sicuro in cui metabolizzare l’idea che la morte sia la cosa migliore che possa capitarvi. Le piante medicinali e gli spry miracolosi lasciateli per chi sa maneggiare un lanciamissili come fosse una bicicletta.

Una speranza minima di sopravvivenza, invece, potrebbero darvela gli zombie infetti di 28 giorni dopo.

Con loro non vi converrà fare amicizia, sono altamente infettivi e, se possibile, ancora più aggressivi.

Corrono come ossessi e sbavano, cavolo quanto sbavano…

Qui il grosso della tragedia si consuma nelle prime ore dell’epidemia. Il virus è rapido a diffondersi e la loro velocità rende tutto caotico e difficile da affrontare. Quindi, il consiglio è: dopo aver saccheggiato il minimarket più vicino, chiudetevi in casa e aspettate che passino i primi giorni.

Il lato positivo di questo tipo di zombie è che sono altamente deperibili. Nel giro di qualche settimana, canne mozze dietro la schiena e machete in mano, sarà possibile uscire a fare la spesa.

Simili, ma politicamente corretti, sono gli zombie di World War Z.

Con loro vi basterà un bel raffreddore per poter girare tranquilli in strada. Sono salutisti e, probabilmente, no Vax. Usate il cervello…

Ultimi per pericolosità, ma di gran lunga i migliori: gli zombie romeriani.

Se chiudo gli occhi posso sentite i loro piedi che strisciano sull’asfalto, accompagnati dal lamento costante.

Descritti così ricordano una mia vecchia zia con cui ho passato l’infanzia. Sarà per questo che li adoro?

Legnosi, maleodoranti, mezzi scarnificati questi sono gli unici zombie che potrebbero permettervi di fare la figura degli eroi. Pericolosi solo quando sono in branco, potrete mettere in mostra tutto quello che avete appreso negli anni trascorsi davanti al monitor. A patto che non siano stati troppi e il vostro livello atletico sia diventato simile a quello degli zombie… In questo caso, l’unica vostra possibilità di sopravvivere sarà quella usata dal geniale Eugene Porter di The Walking Dead: fingetevi colui che possiede la conoscenza per produrre la cura e fatevi proteggere dagli altri.

A questo punto dovrei dirvi come sopravvivere, ma mi sono dilungato troppo. Magari farò un altro post più avanti.

Quindi, per ora, tenete a mente quest’unica regola: se lo zombie è più veloce di voi, siete nella merda!

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